ITALIA
Il Procuratore Nazionale Antimafia
Sisma, Roberti: "La ricostruzione è un boccone ghiotto per la mafia, noi siamo pronti"
"I rischi ci sono, inutile nasconderlo. E la ricostruzione post terremoto è storicamente il boccone ghiotto di consorterie criminali e comitati d'affari collusi"
"I rischi di infiltrazione sono sempre alti. La ricostruzione post terremoto è storicamente il boccone ghiotto di consorterie criminali e comitati d'affari collusi. Però va detto che abbiamo alle spalle gruppi di contrasto consolidati, esperienza, attività importanti. E abbiamo il modello dell'Aquila, che ha funzionato. Siamo pronti". Intervistato da Repubblica, il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti assicura: "Non si ripeterà lo scandalo dell'Irpinia". "Dietro quelle migliaia di morti c'erano la selvaggia cementificazione e gli affari dei clan: all'inizio individuammo i Nuvoletta", ricorda Roberti, giudice istruttore a Sant'Angelo dei Lombardi all'epoca del terremoto dell'Irpinia del 1980.
"Senza voler minimamente affrettare giudizi, vedo che anche qui nel 2016 sono tanti gli edifici sbriciolati, anche pubblici. Troppi. L'esperienza e le acquisizioni scientifiche e giudiziarie ci dicono che se una casa è costruita bene, se sono state rispettate le norme antisismiche, di fronte a un evento drammatico quel corpo di fabbrica può lesionarsi, incrinarsi, ma non può polverizzarsi e implodere. Ecco perché, senza azzardare previsioni, immagino ci sia molto da approfondire".
Nell'indagine sulla ricostruzione post-terremoto, da pm a Napoli, "ritrovammo le stesse magagne, gli stessi imbrogli. Addirittura imparammo a distinguere il calcestruzzo 'gettato' da quello 'pompato'. Le imprese legate ai clan di camorra impiegavano il primo, più scadente e meno sicuro, ma registravano di aver usato il secondo, più sicuro e compatto", racconta Roberti.
Nell'intervista il procuratore spiega perché ha detto che "non basta l'Anac": "L'Anticorruzione fa bene il suo lavoro di prevenzione della corruzione, nella acquisizione e gestione degli appalti, mentre la procura nazionale svolge il suo monitoraggio sugli eventuali collegamenti mafiosi delle imprese che concorrono agli appalti".
"Senza voler minimamente affrettare giudizi, vedo che anche qui nel 2016 sono tanti gli edifici sbriciolati, anche pubblici. Troppi. L'esperienza e le acquisizioni scientifiche e giudiziarie ci dicono che se una casa è costruita bene, se sono state rispettate le norme antisismiche, di fronte a un evento drammatico quel corpo di fabbrica può lesionarsi, incrinarsi, ma non può polverizzarsi e implodere. Ecco perché, senza azzardare previsioni, immagino ci sia molto da approfondire".
Nell'indagine sulla ricostruzione post-terremoto, da pm a Napoli, "ritrovammo le stesse magagne, gli stessi imbrogli. Addirittura imparammo a distinguere il calcestruzzo 'gettato' da quello 'pompato'. Le imprese legate ai clan di camorra impiegavano il primo, più scadente e meno sicuro, ma registravano di aver usato il secondo, più sicuro e compatto", racconta Roberti.
Nell'intervista il procuratore spiega perché ha detto che "non basta l'Anac": "L'Anticorruzione fa bene il suo lavoro di prevenzione della corruzione, nella acquisizione e gestione degli appalti, mentre la procura nazionale svolge il suo monitoraggio sugli eventuali collegamenti mafiosi delle imprese che concorrono agli appalti".